CARLA ACCARDI. SEGNO E TRASPARENZA
Fondazione Puglisi Cosentino - Palazzo Valle
Via Vittorio Emanuele, 122 Catania
LA MOSTRA
La mostra di Carla Accardi, a cura di Luca Massimo Barbero, offre una occasione straordinaria: l’artista ne è infatti doppiamente protagonista, con le sue opere ma anche con la sua personale interpretazione delle architetture e degli spazi dello storico Palazzo Valle, capolavoro del Vaccarini. Una grande mostra-installazione, quindi, dove ciascun ambiente è connotato in modo diverso, secondo la relazione che Accardi percepisce tra le sue opere e le architetture della sede destinata ad accoglierle.
Il lavoro di Accardi si fonda sulla feconda interazione tra segno, superficie, luce e colore, che si dirama in realizzazioni che spaziano dal dipinto all’installazione. Le prime sale sono dedicate alle articolazioni dei suoi “segni cromatici”, che iniziano a proliferare sulle tele dei primi anni Cinquanta in configurazioni libere e distese, per poi assumere alla metà del decennio la caratteristica bicromia del positivo / negativo, che determina la superficie tra bianco e nero. Un intenzionale scarto cronologico, mette in relazione questi lavori con l’installazione Casa Labirinto del 1999-2000, opera percorribile in cui il plexiglas è attraversato da segni bianchi e neri. Dopo una sala dedicata alla serie delle opere a sviluppo centrico, denominate “tondi” o “cervelli”, la mostra si concentra sulla strutturazione del segno in griglie e regolarità ritmiche, di cui oggi si può leggere la straordinaria attualità sia cromatica sia linguisitica, e soprattutto approfondisce in modo inedito e come mai in precedenza la fisicità del dialogo tra segno e trasparenza nel lavoro di Accardi, nelle opere realizzate su sicofoil, che vanno dai lavori su telaio rettangolare o quadrato, agli accenni installativi dei telai sagomati, alle vere e proprie realizzazioni in chiave ambientale oltre il dipinto, come Rotoli (1965-69), Tenda (1965-66), Cilindrocono (1972), Paravento (1972), la serie dei Coni in maiolica (2004), Si dividono in vano (2006).
Al piano superiore, una eccezionale sala è dedicata ai grandi dipinti realizzati dall’artista per la sua sala personale alla Biennale di Venezia del 1988, e la mostra culmina con Pasos de Pasaje (2007), grande lavoro che realizza la fusione di architettura e segno: pavimento di piastrelle in gres dipinto, con segni alternati di colore verde e cobalto su sfondo bianco, che intende anche rimandare a un forte legame con la tradizione creativa delle arti applicate in Sicilia ed è stata realizzata a quattro mani con Gianna Nannini, che ha concepito per essa un suo brano come specifica presenza sonora parallela a quella visiva.
Promossa e organizzata dalla
Fondazione Puglisi Cosentino
A cura di
Luca Massimo Barbero
In collaborazione con
Studio Accardi